FECONDAZIONE IN VITRO (FIVET)

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FECONDAZIONE IN VITRO (FIVET) 2017-07-07T10:12:14+01:00

FIVET

Diversamente dall’inseminazione, questa tecnica consiste nell’estrarre gli ovuli dalle ovaie, fecondarli in laboratorio e, poi, depositarli nell’utero. Comprende varie fasi che vengono descritte qui di seguito:

1. Stimolazione ovarica:
In genere si utilizzano farmaci che stimolano una maggiore produzione di ovuli (tra 10 e 12 ovuli), vale a dire che si persegue la cosiddetta superovulazione, per avere maggiori possibilità. Questa fase viene controllata tramite ecografie transvaginali e determinazioni dell’estradiolo nel sangue. Quando si reputa che i follicoli sono maturi (tra 16-18 mm di diametro), si programma l’estrazione degli ovuli. Se tramite l’ecografia si osserva un eccessivo numero di follicoli, può essere opportuno annullare la stimolazione, dal momento che si corre il rischio di sviluppare la cosiddetta sindrome da iperstimolazione ovarica, caratterizzata da un accumulo di liquido nell’addome, disturbi o dolore addominale, aumento notevole delle dimensioni delle ovaie, emoconcentrazione, …, che in determinati casi può portare al ricovero ospedaliero.

2. Prelievo degli ovuli:
Una volta ottenuta la maturazione dei follicoli, si procede ad aspirarli per ottenere gli ovuli. Questa operazione viene effettuata tramite agoaspirazione ovarica controllata mediante ecografia in sala operatoria, con una leggera sedazione. L’intervento dura in genere 15 minuti e la paziente, di solito, torna a casa 2 ore dopo lo stesso. Il liquido follicolare prelevato viene mandato al laboratorio dove, con il microscopio, si individuano gli ovuli e si effettua una stima della loro qualità e la maturità.

3. Fecondazione degli ovuli e coltura embrionale:
L’unione ovulo-spermatozoo si effettua lo stesso giorno del prelievo, per cui è necessario ottenere un campione di seme dal coniuge. A seconda delle cause di sterilità e di altri fattori vi sono due possibili tecniche per la fecondazione: gli spermatozoi vengono posti in una capsula di Petri insieme agli ovuli, oppure si effettua la cosiddetta Microiniezione intracitoplasmatica (ICSI), che consiste nell’inserire uno spermatozoo all’interno di ogni ovulo, con l’aiuto del microscopio. Questa tecnica, che in pratica garantisce l’unione ovulo-spermatozoo, passaggio imprescindibile per il conseguimento della gravidanza, viene utilizzata in gran parte dei cicli FIVET.

Dopo circa 16-20 ore, gli ovuli vengono esaminati al microscopio per individuare il numero di ovuli fecondati. È normale che si fecondino circa 7 su 10 ovuli inseminati o microiniettati. Dopo qualche ora in più in coltura, gli ovuli fertilizzati iniziano a dividersi, ed ha quindi inizio lo sviluppo embrionale. Durante il processo di divisione, viene valutata la morfologia degli embrioni per stabilire quali di essi sono viabili, e stabilire quindi il giorno del transfer.

4. Transfer di embrioni;
Diversamente dal prelievo degli ovuli, il processo per restituire gli embrioni all’utero non ha bisogno di alcun tipo di anestesia e, in genere, è un procedimento semplice e rapido. Mediante una sottile cannula di plastica, gli embrioni da trasferire vengono introdotti nell’utero attraverso l’orificio cervicale, sotto supervisione ecografica in modo da assicurarci che vengono deposti nel luogo corretto dove possono impiantarsi.

Una volta noto il numero di embrioni viabili, si decide quanti verranno trasferiti, mentre gli altri verranno criopreservati e immagazzinati nella banca di embrioni per eventuali tentativi successivi. Il numero di embrioni da trasferire verrà stabilito in base a diversi parametri come la qualità embrionale, le caratteristiche e l’età della paziente, i tentativi precedenti di gestazione tramite FIV, ecc. In generale si trasferiscono 1 o 2 embrioni e solo eccezionalmente se ne possono trasferire 3, il numero massimo previsto dalla legge.